Il Comitato Anziani di Pinerolo.

In un primo volantone si trova lo scopo fondamentale:

“favorire la permanenza dell’anziano nel proprio ambiente il più a lungo possibile inserendolo nella vita del quartiere e stimolandone la ricerca sui problemi che interessano la comunità”.

Inoltre nel volantone sono elencate le richieste al Comune, in 12 punti (nota1)

compare la delibera comunale per l’istituzione del servizio di assistenza socio-sanitaria domiciliare, prima in via sperimentale nella zona S.Lazzaro, poi la sua estensione in quella del Centro Storico ecc.

-         L’estensione del servizio al Centro Storico ha il suo presupposto nel lavoro del gruppo Anziani del C. Storico coordinato da d. Luigi Moine, con cui il Comitato di base si collega e con cui realizza l’indagine sulle condizioni di vita degli Anziani ivi residenti.

Ma tale estensione , pure deliberata  nell’ottobre 1973 non parte. Vedi volantino 30.3.74 che motiva la mostra in piazza Fontana.

Partirà solo nell’aprile 74.

La mostra si realizza nel giugno 74 con assemblea  indetta dal C. di Base (vedi allegato 3). Dove compare anche il com. di quartiere ‘Portici Nuovi’ coordinato da d. Darò. Segno dell’allargarsi del movimento. L’estensione del servizio è richiesta per tutta la città.

Su richiesta del can. Mercol- allora parroco di S.Donato- la casa dell'Anziano, in data 15-2-74 delibera di essere disposta  cedere al Comune, per 10 milioni, l’intero stabile di V. Lequio 72, a condizione che il Comune lo trasformi in sede di un Centro Sociale in cui in modo particolare trovino posto i servizi per le persone anziane. Il Comune accetta.

Nel 1975 troviamo omai aperto il Centro sociale di v. Lequio, esiste un cordinamento dei gruppi anziani della città che rivendicano ancora l’estensione del servizio a tutti i quartieri insieme a diverse altre richieste. Il rilancio della Commissione congiunta con ottimi risultati (allegato 4-5)

Il comitato di base sulla condizione dell’anziano ha esaurito a questo punto la sua funzione, in quanto la mobilitazione viene portata avanti dai gruppi stessi ( allegato 4-6)

Il movimento ristagna  con l’istituzione dei quartieri da parte del Comune (28 ottobre 1977) e l'insediamento dei consigli di quartiere (28 novembre 1977). Vedi allegato 7

 

La ripresa del movimento avviene con l’assemblea pubblica del novembre 1989, a opera di gruppi parrocchiali, con l’impulso determinate di d. Giorgio Accastelli. Vedi allegato 8

 

A seguito di questa assemblea si costituisce il gruppo di lavoro sulla condizione degli anziani non autosufficienti. Vedi scheda di informazione 9). Nel 1993 ha cominciato a partecipare la Chiesa valdese di Pinerolo.

 

Tra i risultati di questo gruppo di lavoro ( che continua a trovarsi mensilmente in Comune) è da segnalare la promozione del servizio di TELEassistenza, partito nel novembre 1992 a opera della cooperativa TELEVITA pinerolese in collaborazione con l’allora USL 44 e tuttora in azione. Rivolto alle persone sole a rischio, specialmente anziane.

 

Nel 1997 realizzazione di una nuova indagine sulla condizione di vita degli Anziani a Pinerolo, condotta da alcune parrocchie della città su impulso e consulenza della Caritas diocesana. Segue da parte della Caritas stessa nel ’99 la promozione di un servizio domiciliare di assistenza alle persone anziane in difficoltà, gestito dall'AVASS, che attiva nel 2000 un corso di preparazione per volontari. Tale servizio di volontariato opera in stretta collaborazione con il CISS ( Consorzio intercomunale servizi sociali).

d.Luigi Moine

nota1.

Le principali richieste prevedevano: indipendenza economica intervenendo sul piano politico per sollecitare la riforma previdenziale;

- autonomia materiale con una capillare rete di servizi di assistenza domiciliare che dovrebbe comprendere: aiuto delle persone anziane nel disbrigo deUa spesa, dei lavori domestici, dei rapporti col medico,            ecc.;

- adeguate possibilità di aUoggio in piani di edilizia pubblica (miniaUoggi salubri, confortevoli ed a basso

      canone di affitto);      .

- la creazione di centri di consulenza geriatrica e l'assistenza medica infermieristica a domicilio;

- realizzazione di servizi di riabilitazione psico-motoria;                        ,

- assicurare un'assistenza sanitaria continuativa negli istituti di ricovero;

- estendere il "SERVIZIO" ad altre categorie (minori, invalidi, nuclei familiari, ecc.);

- creazione di centri sociali aperti a tutta la popolazione;

- creazione di mense aperte a tutti (studenti, operai, anziani, ecc.);

quanto sopra per:                        .

- inserire l'anziano nella vita della comunità;

- rompere l'isolamento sociale e sostenerlo psicologicamente;

- evitare forme di ricovero o di ospedalizzazione ove queste non siano strettamente indispensabili.