IL VOLONTARIATO E LE SUE ASSOCIAZIONI
Pinerolo e il Pinerolese vantano una presenza molto significativa di associazioni di volontariato che si occupano sostanzialmente di problematiche legate ai servizi alla persona, alla difesa dell’ambiente e allo sviluppo di una cultura di pace. Basta visitare il sito della Città di Pinerolo (www.comune.pinerolo.to.it) per vedere uno spaccato significativo di questa realtà. Da anni inoltre presso il Comune si ritrova il coordinamento delle associazioni, con attività “comuni” tra l’Istituzione (Città di Pinerolo) e le varie associazioni, quattro anni e mezzo di lavoro intenso che hanno visto, oltre alla “normale” attività quotidianamente svolta da chi opera nei settori dei servizi alla persona, dello sviluppo della cultura di pace, della difesa e valorizzazione dell’ambiente, iniziare un lavoro “collettivo”, presentando alla città sia l’attività svolta che i valori di fondo sui quali si basa chi sceglie di dedicare una parte del suo tempo al servizio della città.
Quattro
anni e mezzo caratterizzati da incontri, convegni, feste del volontariato in
piazza, settimana di iniziativa e
valorizzazione nelle scuole superiori e nella città dell’attività di chi si
occupa di solidarietà internazionale, iniziative rivolte a bambini e bambine
dei nidi, scuole materne, scuole elementari per sottolineare la necessità di
costruire una città a misura di bambino/a, gruppi di lavoro tematici, la
crescita dei Centri Servizi anche a Pinerolo (come non ricordare e valorizzare
il forte contributo dato da Idea Solidale e VSSP ad alcune iniziative), la
predisposizione degli albi delle associazioni (sull’importanza dei quali
dobbiamo ancora riflettere), una presenza costante, collettiva, …
Il
“problema” oggi è se sia sufficiente continuare in questa direzione o se
non sia invece necessario fare un passo in avanti, nell’ottica della
costruzione di impianti progettuali sviluppati in modo collettivo e orientati su
obiettivi condivisi tra istituzione e associazioni.
Il
convegno del 2 aprile 2004 sulle relazioni all’interno della città ha posto
in modo chiaro alcuni problemi ai quali dobbiamo provare a rispondere; è
possibile cioè intraprendere, sperimentare la metodologia
dell’amministrazione condivisa, che poggia essenzialmente
Ø
sullo
sviluppo di un rapporto orizzontale tra le istituzioni ed i cittadini
Ø
su un
rapporto basato sulla comunicazione
Ø
su un
rapporto fondato sulla “messa in comune” delle risorse (umane e finanziarie)
per affrontare i problemi di una società complessa
Si
tratta in sostanza, di sviluppare sul territorio la ricerca della sostenibilità,
che consiste nel guardare alla qualità sociale dello sviluppo, alla crescita
della comunità locale, alla qualità dell’ambiente, delle relazioni umane,
dei consumi e degli stili di vita. Una città che assuma in pieno la complessità
sociale del territorio, la prospettiva della differenza di genere e più in
generale dei cittadini più deboli, della popolazione anziana (con l’obiettivo
di accompagnare l’allungamento del tempo della vita con una crescente qualità
sociale dell’esistenza), dell’infanzia riconoscendo bambini e bambine come
cittadini/e con i loro bisogni ed i loro diritti, adottando tempi e spazi che
rendano certo il loro diritto all’istruzione, al gioco, alle relazioni
sociali, ad una crescita serena..
In
sostanza, una città che risponda al bisogno di stare insieme, di associarsi,
che valorizzi le esperienze che ci sono e promuova gli spazi di aggregazione
dove mancano; una città che sappia scommettere sulla capacità di inventare,
gestire, progettare dei suoi cittadini.
L’azione svolta dall’Amministrazione si è sostanzialmente orientata su questi elementi: il lavoro e l’analisi sui bisogni e comportamenti di migliaia di giovani del pinerolese, Arcipelago Estate con le iniziative di cabaret, musica, cinema, teatro, il contratto di quartiere, le attività culturali, sportive, il lavoro del coordinamento del volontariato, ma anche l’operato quotidiano della ripartizione servizi sociali, sono tutti elementi che hanno l’obiettivo di far incontrare le persone, di metterle in contatto, di dare alcune risposte ai bisogni che emergono sul territorio.
Fondamentale
in questa direzione è la predisposizione del piano di zona previsto dalla
L.328/00 che ha come elemento
portante il lavoro sul disagio e sull’agio dei cittadini, sul benessere della
persona.
Gli
ambiti di lavoro generali che mi sembra di poter evincere dall’attività che
Istituzione, volontariato, associazioni, ma anche singoli/e cittadini/e svolgono
in città sono due:
q
l’attenzione
ai soggetti più deboli
q
la
costruzione di concreti percorsi di cittadinanza, sentendosi parte, partecipe
della vita della città e delle sue scelte
Se quanto scritto
sopra è vero, diventa importante costruire un filo conduttore di queste attività,
una linea di demarcazione che metta in risalto, in evidenza, qual è
l’obiettivo del lavoro che svolgiamo, che sia identificato in modo chiaro, e
credo che dal lavoro di questi anni emerga in modo chiaro la finalità di quanti
operano nel volontariato e cioè la costruzione di “ CITTA’ IN
RELAZIONE” (più città che si relazionano tra di loro, ma anche qualità
della relazione all’interno della città), che costruisca reti in città e tra
le città, a partire dal confronto sul lavoro e sui valori che identificano il
lavoro del volontariato, a cui riportare tutte le iniziative che hanno come
obiettivo la qualità della relazione.
Volontariato,
associazionismo culturale e sportivo e istituzione che, oltre alla “normale”
e autonoma attività, si interrogano sul senso della relazione in città, sui
valori fondanti l’impegno delle persone in città costituirebbe un passo in
avanti sostanziale per Pinerolo, permetterebbe di fronteggiare i problemi
sociali nell’ottica della città in relazione, sapendo che la contraddizione
che viviamo sta nella necessità di fronteggiare i nuovi bisogni emergenti con
la necessità di difendere i livelli di welfare acquisiti, soprattutto con
l’emergere di quelle che sono definite le nuove povertà (di cui abbiamo più
volte parlato, in particolare negli incontri con P.Luigi Dovis della Caritas
diocesana – e l’evidenza del problema della casa e dei senza fissa dimora
costituisce certamente, ma non è il solo, uno dei cardini dei problemi da
affrontare), o per le problematiche legate all’aumento della popolazione
anziana, alle fragilità familiari, alla precarizzazione del lavoro, alla
presenza sempre più significativa di uomini e donne stranieri/e.
Giorgio
CANAL - GENNAIO 2006
il manifesto 20.1.06